MIGLIORI LOCALI MILANO
Nel mondo vengono chiamati Top Club, da noi semplicemente locali alla moda, per capirci parliamo dei migliori locali a Milano.
Associare un marchio del lusso alla location è una specialità nota agli stilisti e credeteci che questi luoghi sono ‘griffati’ tutte le sere offrendo un servizio aperitivo, cene e serate eccezionale. Ritrovo della Milano Bene e del miglior pubblico internazionale, esigente e con la voglia di provare emozioni uniche made in Italy.
Ecco a voi i migliori locali:
Nobu Via Alessandro Manzoni, 31.
Come non far partire da Nobu ogni dissertazione sul tema del matrimonio tra stilisti e cibo? Sia cronologicamente che idealmente, il ristorante di Re Giorgio Armani ha fatto la storia: inaugurato nel 2000, quando ancora gli stilisti che avevano capito il potenziale insito nella ristorazione non erano in molti, Nobu mette in tavola i piatti di Nobu Matsuhisa, uno dei 24 chef più influenti al mondo. La cucina è fusion con echi sudamericani, l’ambiente un po’ asettico nonostante la posizione nella centralissima via Manzoni.
Trussardi alla Scala Piazza della Scala, 5.
Una meraviglia per assaporare l’estro dei piatti di Luigi Taglienti e per celebrare a dovere il tributo a Milano. E così, sulla tavola del marchio del levriero da una stella Michelin arrivano il riso allo zafferano con lacrima di midollo alla brace e il controfiletto di vitello impanato alla milanese, ma anche piatti sganciati dalla tradizione meneghina, come il bianco e nero di seppia, gli spaghetti al sugo di cima di rapa e un ottimo hamburger con chips.
Ristorante Bulgari Via Privata Fratelli Gabba 7/b.
“Dove andiamo per il brunch?”. “Al Bulgari“, risponderà in coro il popolo della moda. Effettivamente, il giardino esterno merita una puntata soprattutto estiva. Lo chef Andrea Ferrero, allievo del pluripremiato Quique Dacosta, ci mette del suo e porta in tavola – non solo a metà mattina – piatti interessanti. Dando una rapida scorsa al menu, le proposte parrebbero perfette per chi tiene particolarmente alla linea: siamo incerti se le modelle opteranno per la tartare di ricciola, preferiranno ordinare la zuppetta di gallina del Monferrato o, perché no, si butteranno su un secondo di carne leggero leggero. Ma anche per chi non bada al girovita, niente paura: via libera alla burrata e spinaci freschi e, soprattutto, all’imperdibile maialino di cinta senese, patate Anna, tartufo nero e salsa al balsamico.
Ceresio 7 Via Ceresio, 7.
A mettere lo zampino in questo nuovo locale, inaugurato lo scorso settembre, sono gli stilisti di Dsquared2, i gemelli Dean e Dan Caten, che in poco tempo dal suo lancio hanno fatto di Ceresio 7 un locale di tendenza. Che sia merito del tocco in cucina dello chef Elio Sironi o delle due piscine sulla terrazza panoramica con ovvia vista mozzafiato, il rooftop del quartier generale a Porta Volta del duo della moda è al completo una sera sì e l’altra anche. La cucina è, a detta dello stesso chef, “semplice, ma esigente”: in menu proposte che spaziano dallo ‘stufato di mare’ al baccalà patate e olive fino agli spaghetti al pomodoro, caprino e limone. Un salto qui, comunque sia, merita anche solo per il colpo d’occhio su Milano.
Larte Via Manzoni, 5.
L’apertura di questo locale, sempre in via Manzoni, è recente: qui convivono enogastronomia, arti, design e moda (tra i promotori c’è anche Santo Versace), in quello che ad oggi rappresenta uno degli esperimenti meglio riusciti di made in Italy che fa sistema. Dietro alla realizzazione del nuovo spazio c’è Altagamma, che dovrebbe di per sé costituire una garanzia di eccellenza. Caffè, cioccolateria, hosteria e ristorante: qualsiasi motivo pare buono per fare un pit stop.
The Small Via Paganini, 3 angolo Piazza Argentina.
La casa di uno stilista, spesso, diventa la casa di tutti gli stilisti. È il caso di The Small, piccolo di nome e di fatto, cuore pulsante del mondo di Giancarlo Petriglia, uno dei designer di accessori più in voga del momento. Si è ormai perso il conto di quanti check in su Foursquare sono stati fatti in quest’angolo di piazza Argentina da parte di creativi, modaioli e personaggi tipo Anna Dello Russo. I coperti sono solo una ventina, gli ambienti virano dal pop al kitsch in un giro di tavola e il menu italiano a base di prodotti stagionali – dalla burrata pugliese dop al prosciutto friulano a filiera corta fino alla carne piemontese – attira a ogni ora del giorno i fashionisti più incalliti: provare per credere.
Gold Via Poerio, 2/A.
“Non è tutto oro quel che luccica” è un proverbio al quale evidentemente i due stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana non credono più di tanto. Nel loro ristorante in zona Tricolore, l’oro è il leit motiv dell’ambiente, un po’ ingessato come si confà a questo genere di luoghi. La cucina è ricercata quanto basta, con proposte che spaziano dai tortelli alla zucca e caffè, crema di gorgonzola dei 100 giorni e burro alle castagne alla pescatrice in umido, cipollotti, patate viola e salsa ai grani di senape. L’occhio del duo di creativi strizza alle specialità sicule, l’amore indiscusso della coppia di stilisti. E così, largo spazio alle panelle di ceci, alla pasta con le sarde e al pesce spada alla palermitana. Peccato che all’ombra dell’Etna non sfili il prêt-à-porter.
H Club Diana Viale Piave, 42.
Già solo il fatto di essere a fianco allo spazio Metropol, dove sfilano Dolce&Gabbana, basterebbe a connotare l’hotel Diana come un punto di riferimento per la tribù della moda. Ma a consacrarlo definitivamente è arrivata la scelta di Camera della moda italiana di ospitarvi il cocktail di apertura di Milano Moda Donna. Lo splendido giardino esterno fa sì che il luogo sia ulteriormente apprezzato durante le sfilate di settembre, ma anche nel freddo del febbraio milanese: l’aperitivo modaiolo ha sempre un suo perché. Come il classico Cheeseburger che sarà fuori classifica, ma è uno spuntino pop (18 €) che piace.
O.ma.ca.sè. Via S. Fermo della Battaglia, 1.
Non sarebbe mai potuto mancare, in un vademecum sui luoghi del fashion, un locale autenticamente giapponese. Esattamente a metà tra le fermate della metropolitana Moscova e Turati, frequentato dagli stilisti che ‘Il Finger’s anche no’, c’era la ‘Sushiteca O.ma.ca.sè’ mette in menu specialità ottime per qualsiasi detox. Così, scocca l’ora della zuppa di miso con alghe e tofu, dei maki di tonno e salmone, e della tagliata di branzino. Anche se privarsi del tempura e del crème caramel al te verde potrebbe significare perdere, oltre che qualche chilo, anche un’esperienza rigenerante.
Dobbiamo solo avere la pazienza di conoscere il nuovo indirizzo dove si trasferirà dopo la chiusura del 21 dicembre scorso. Ma a breve ve lo potremo svelare.
Al Fresco Via Savona, 50.
Sarà perché è un ‘luogo di incontro con cucina’, sarà perché ha casa in zona Tortona – che ormai rappresenta il quartiere ‘alternativo’ al Quadrilatero – e sarà anche, diciamolo, perché i prezzi sono molto più civili rispetto agli altri locali ‘di tendenza’. Lo spazio poi, è davvero incantevole, al limite del romantico, e attira quel genere di modaiolo, assiduo frequentatore del Pitti, dalla barba rigorosamente incolta e dotato di occhiali over-size, che però non disdegna nemmeno Milano. Ai fornelli c’è ‘lo spirito’ del duo Negrini-Pisani – per intenderci, i cuochi di Aimo e Nadia – e ‘la mano’ di Kokichi Takahashi. In tavola, piatti sfiziosi come la pappa al pomodoro con burrata, fave e cicorietta selvatica e le orecchiette Pastificio dei Campi con pesto di mandorle, pomodorino essiccato al sole e bottarga di muggine. Un tripudio di sapori e, in estate, di colori.